
La musica dei Be Forest sembra restare sospesa nell’aria, continua a fluttuare come un sogno anche quando le canzoni sono finite. I feedback che si prolungano in rarefatte melodie, i colpi delle percussioni che scavano il silenzio, una nuvola sintetica a racchiuderli.
Nella primavera del 2011 usciva Cold, il loro acclamato album di debutto. Da allora molte cose sono cambiate. I Be Forest erano nati come trio: Costanza Delle Rose al basso e voce, Erica Terenzi alla batteria e voce, e Nicola Lampredi alla chitarra. Durante la scrittura di Heartbeat la formazione si è allargata con l’arrivo di Lorenzo Badioli, che cura la nuova e decisiva parte elettronica. Se prima il suono della band pesarese trovava la sua forza nel carattere cupo e notturno, ora l’alba sembra essere arrivata a rischiarare il cielo.
L’apertura strumentale di Totem è l’unità di misura del racconto di tutto il disco: il battito del cuore dà il ritmo a un tamburo nudo, quasi tribale, mentre le note di chitarra immerse negli echi si schiudono a poco a poco. Infine tutto si scuote, la canzone prende corpo e viene investita dalla luce. Luce che si riverbera anche nella successiva Captured Heart, dove i suoni elettronici e un ritmo incalzante si mescolano all’agile melodia di un flauto, uno dei fili conduttori che attraversano Earthbeat . Questi contrasti sono ciò di cui si nutre ora la musica dei Be Forest, come nel singolo Colours, languido e sognante ma al tempo stesso agitato da un ritmo turbinoso, oppure in altri momenti come Airwaves e Ghost Dance, in cui il carattere dark dei Be Forest torna a prendere il sopravvento, per arrivare infine al dolce oscillare della conclusiva Hideaway.
Come spiega Nicola, «per questo disco ci siamo in parte ispirati alle musiche e le atmosfere dei nativi americani. Dopotutto è stata una tra le civiltà più legate alla natura, e quando avevamo scelto di chiamarci Be Forest non lo avevamo fatto per caso. La musica dei nativi americani era spesso basata sulle sole percussioni: con questi battiti ripetuti volevano riprodurre il “battito del cuore della Madre Terra”. Il titolo del nuovo disco nasce proprio da queste suggestioni, da qualcosa di magico e dall’assonanza con la parola “heartbeat”».